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Sfida arcobaleno dell’avvocato di Wall Street

Giovanna Maria Fagnani – Corriere della Sera del 19/08/21

Nella corsa a Palazzo Marino c’è un outsider della politica. È Mauro Festa, 46 anni, avvocato e
candidato sindaco del «Partito Gay per i diritti Lgbt+». Origini napoletane, è specialista in
diritto delle nuove tecnologie.

Da Napoli agli States, per approdare a Milano e mettere su casa in Porta Venezia. Nella corsa
a Palazzo Marino c’è un outsider della politica. È Mauro Festa, 46 anni, avvocato, e candidato
sindaco del «Partito Gay per i diritti Lgbt+, Solidale, Ambientalista e Liberale».

Fino a qualche mese fa, Festa, origini napoletane, attivista dell’associazione «Edge» e fondatore, a Milano, di
uno studio legale che si occupa di diritto delle nuove tecnologie, non avrebbe mai pensato di
candidarsi. Poi, l’incontro con Fabrizio Marrazzo, fondatore del partito, a un tavolo di lavoro
con il governo su tematiche Lgbt. «Ho cominciato a seguire le riunioni del partito, poi mi
hanno proposto la candidatura- racconta -. Ci ho pensato per un mesetto, volevo valutare la
serietà del progetto e poi mi è venuto naturale accettare. E lo faccio per senso civico, perché
ho molto a cuore la causa, ovvero la crescita culturale, sociale e civica di questo Paese. Siamo
un partito che non parla solo alla comunità Lgbt».
Sposato in unione civile, Festa, ha lavorato a Wall Street e poi in L’Oreal. Oggi vive in Porta
Venezia. «Zona bella ma rovinata da interventi fatti con approccio marketing, come le piste
ciclabili». I cardini del suo programma sono la sostenibilità e la lotta alla discriminazione. «Ci
basiamo sugli obiettivi Onu dell’agenzia 2030 e ne abbiamo scelti tre: la sostenibilità della vita
nelle metropoli, per renderle a misura d’uomo. Combattere il gender gap in senso allargato. E
promuovere l’uguaglianza: non con interventi come il reddito di cittadinanza, ma mettendo
tutti nella condizione di crescere e dare il meglio, perché Milano tira fuori il meglio delle
persone».
Tra gli obiettivi «rendere gratuita la metropolitana per i residenti a Milano. Saremmo la prima
città al mondo e non si tratta di un’utopia ma di un’operazione sostenibile finanziariamente,
come dimostrano i nostri studi». E poi «Aprire uno sportello in comune per la segnalazione dei
casi di discriminazione sul lavoro o in altri ambiti nei confronti della comunità Lgbt, dei
disabili, degli stranieri e di chiunque subisca ingiustizie. Casi in cui il comune si costituirà
parte civile, a difesa dei suoi cittadini.
Perché finora sulla questione della discriminazione il
Comune ha fatto tutta attività make up e sostanzialmente nulla». In questi giorni, il partito ha
completato la raccolta delle firme. «I candidati hanno fra i 30 e i 50 anni. Sono preparati e
motivati. Ci sono state manovre di avvicinamento da altri partiti, ma noi vogliamo andare
avanti con il nostro progetto e dimostrare il nostro peso».

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