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Pride a Bologna, l’esclusione dei poliziotti gay divide le comunità di Lgbt+. Marrazzo: “Scelta discriminatoria”

Pride a Bologna, l’esclusione dei poliziotti gay divide le comunita? di Lgbt+. Marrazzo: “Scelta discriminatoria”

Il portavoce del partito Gay Lgbt+: “Il Pride non e? di chi lo organizza ma e? patrimonio di tutti”

Articolo tratto da https://bologna.repubblica.it/cronaca/2022/06/24/news/pride_bologna_i_poliziotti_lgbt_non_possono_partecipare-355213331/ il giorno 24/6/2022 ore 9:32

BOLOGNA – La decisione di escludere i poliziotti gay dal pride di Bologna, previsto domani, sabato 25, divide le comunita? Lgbt+. Attacca Fabrizio Marrazzo, portavoce partito Gay Lgbt+: “Apprendiamo con sconcerto che il coordinamento del Pride di Bologna ha fatto divieto alle associazioni di forze dell’ordine emilitari Lgbt+ di partecipare al Pride di sabato a Bologna con striscioni o bandiere delle loro organizzazioni, in quanto gli ambienti militari o delle forze dell’ordine sono sessisti e violenti”.

Una decisione che ha scatenato una bufera all’interno del movimento. Marrazzo contesta la scelta e ricorda agli organizzatori del Pride “che le associazioni Lgbt+ in tale ambito servono proprio per sensibilizzare tali ambienti e tutelare i militari, poliziotti, Lgbt+ e non solo, che sono spesso vittime di quel sessismo e di quella violenza, ancora oggi. Quindi la scelta degli organizzatori del Pride e? chiaramente discriminatoria e contro i valori di inclusione del Pride”. Continua Marrazzo: “Il Pride non e? di chi lo organizza ma e? patrimonio di tutti, la comunita? Lgbt+ e? varia ed e? presente in tutti gli ambienti e nessuno di noi puo? o deve escludere nessun membro che si riconosca nei valori del Pride. Cosa differente se parliamo di organizzazioni che sostengono pensieri o azioni discriminatorie, violente o antidemocratiche di qualsiasi tipo, ma non e? questo il caso”.

La denuncia e? arrivata dall’associazione Polis Aperta. “Ci e? stato chiesto – scrivono – di non presentarci con i loghi e lo striscione dell’associazione, ma di partecipare in modo anonimo, quasi dovessimo nascondere chi siamo. Fin dalla nascita, l’associazione si e? impegnata per il riconoscimento dei diritti civili, dalla legge Cirinna? al ddl Zan, per il riconoscimento degli alias alle persone in transizione e dell’omogenitorialita?.

Perche? siamo consapevoli che solo tutelando le molteplici identita? individuali della societa? si garantisce la difesa di quella democrazia che abbiamo deciso di rappresentare indossando una divisa. Le pratiche escludenti non ci appartengono, cosi? come non ci appartiene il dileggio, la discriminazione, il pregiudizio che trasuda da certi toni. Questo odio non ci appartiene”.

I promotori di Rivolta Pride hanno replicato ricordando come l’esperienza si richiama alla rivolta in risposta alla repressione di Stonewall. “Riconosciamo – dicono – che l’omolesbobitransafobia e? presente in tutti i luoghi di lavoro, anche all’interno della polizia e delle forze dell’ordine. Anzi, spesso e? proprio in questi settori che le discriminazioni trovano spazio, incentivate da un ambiente, quello delle caserme, intriso di machismo e maschilismo. Per questo, ci teniamo a chiarire che la nostra non e? una presa di posizione contro Polis Aperta, ma di critica aperta alle forze dell’ordine come istituzione, e come luogo di riproduzione di violenza sessista, omolesbobitransfobica, abilista e razzista”.

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