Cari e care,
la denominazione del partito ha suscitato molte “curiosità” e molti commenti, in questo articolo vi spieghiamo le scelte che ci hanno portato alla scelta del logo.
Perché “Partito GAY”
Noi ci rifacciamo al termine GAY interpretato come Good As You (buono quanto te). La comunità LGBT+ ha utilizzato questo acronimo come slogan sin dalle prime sue prime manifestazioni per motivi identitari; questa parola ha dato impulso alla nascita dei primi movimenti ed al loro sviluppo.
GAY è quindi inteso nella sua accezione più ampia possibile. La sigla LGBT+ , che ricomprende tutti gi orientamenti delle persone, (lesbiche, gay, bisessuali,transessuali, intersessuali ed altri, da qui l’utilizzo del +) è d’altra parte iscritta nel logo del partito e ne è parte integrante.
Siamo trasversali
A un orientamento sessuale non corrisponde un’ ideologia. Noi infatti NON siamo un partito “ideologico” siamo un partito “programmatico”. Ci definiamo trasversali perché vogliamo unire persone LGBT+ di tutti gli orientamenti politici, a sostegno di comuni battaglie. Essere trasversali, non vuol dire essere “qualunquisti”. Chiamarlo “Solidale, Ambientalista, Liberale” è stata una sfida al qualunquismo ed a chi vuole mettere gli LGBT+ in un ghetto.
Arcobaleno a forma di ventaglio
L’arcobaleno a sei colori è ormai il simbolo classico del movimento LGBT+ internazionale. Rappresenta l’unità nella diversità dei colori. Lo abbiamo voluto rappresentare a ventaglio aperto, per dare ancora di più un messaggio di apertura alle differenze. Con questo spirito di apertura abbiamo voluto richiamare nel simbolo l’inclusione sociale, l’ecologia e la libertà con gli aggettivi “Solidale, Ambientalista, Liberale”:
Solidale
non inteso come assistenzialismo, ma come sostegno per ripartire, senza però lasciare nessuno indietro
Ambientalista
perché ambiente, impresa e lavoro devono progredire insieme e non trovarsi contrapposti;
Liberale
perché in qualsiasi famiglia nasciamo, chiunque deve ambire a poter raggiungere i propri traguardi, grazie ad uno Stato che dovrebbe assicurare eguaglianza di opportunità alle persone nel quadro di una società aperta, fondata sul pieno rispetto della legge.
Qualche parola in più su “liberale”:
Il termine liberale ha suscitato una serie di dubbi, pertanto cerchiamo di chiarire cosa intendiamo.
Per noi NON ha assolutamente una connotazione di destra, di centro o di sinistra. Per noi è il contrario d’illiberale e di tutto ciò che riduce arbitrariamente gli spazi di libertà dell’individuo ed il suo potere di autodeterminazione! Il nostro liberalismo è quindi in primo luogo antitotalitarismo e antiautoritarismo. Siamo per un umanesimo liberale difensore dei diritti umani e promotore delle libertà civili. Ci rifacciamo a modelli di liberalismo europeo. In confronto con altre democrazie liberali riscontriamo in Italia un eccesso di burocrazia e una pressione fiscale tra le più alte (senza ritorno in servizi). E’ liberale per noi “il merito”, sostenere le professionalità e capacità individuali e lottare contro mafie, favoritismi, familismi e nepotismi.
Concludiamo infine, ricordandovi che sul nostro sito NON c’è una voce “Programma”, ma una voce “Obiettivi”, dove chiunque abbia a cuore questo progetto può scrivere il proprio contributo, esattamente come le persone che ci hanno supportato quando la nostra pagina si chiamava ancora “LGBTlivesMatter”, con il fine di formare successivamente un programma e partecipare poi alle prossime tornate elettorali.
Nasciamo perché siamo stanchi di delegare le nostre istanze a terzi, ritrovandoci ad avere a che fare con assurdi compromessi politici (vedi voce “Canguro” per la legge sulle Unioni Civili, ma anche voce “emendamento Salva Idee”, per la legge contro l’omotransfobia);
Nasciamo perché siamo stufi di non poter “contare”;
Nasciamo perché, quando sarà il momento di votare, chi deciderà di sbarrare il simbolo “Partito Gay, per i diritti LGBT+, Solidale, Ambientalista, Liberale“, saprà esattamente per cosa sta votando.
#ChiSeNonNoi
Ps:
ringraziamo infine i nostri primi “Haters” a cui chiediamo di mostrare alle loro platee social non solo il loro “teatrale sdegno”, ma anche le tessere dei partiti a cui appartengono.